lunedì 2 novembre 2015

Editoria: Web e App per leggere notizie, social per conviderle.

Editoria: Web e App per leggere notizie, social per condividerle di Stefano Maria Toma
Boom fenomeno condivisioni: +185% da 2013 a 2015. Siti web e app per dispositivi mobili per leggere le notizie invece dei quotidiani cartacei e social network per condividere un milione di articoli al giorno. Così si informano gli italiani trascinati negli ultimi anni da una rivoluzione digitale che ha cambiato completamente il modo di conoscere quello che succede nel mondo. A scattare la fotografia sulle abitudini è il rapporto Newsruption presentato da Burson-Marsteller e Human Highway e che ha interessato un campione di 1.600 persone, utenti abituali di internet, e i dati dichiarati nelle interviste sono stati arricchiti dall'analisi di 800mila articoli pubblicati da gennaio 2014 a giugno 2015 sulle 100 principali testate on line italiane, classificati sulla base del loro contenuto (analisi semantica) e della loro popolarità sociale (il numero di condivisioni su Facebook, Twitter, LinkedIn e Google Plus). L'analisi ha consentito anche di tracciare il profilo di consumo dell'informazione degli italiani, sempre più attivi sul web e sulle app, e delle loro abitudini rispetto al mondo delle news: la condivisione è ormai entrata a far parte della quotidianità con una crescita importante negli ultimi 2 anni: +185% dal 2013 al 2015. Il fenomeno, segnato da un volume di 30 milioni di condivisioni mensili, si sviluppa a partire dai 100mila articoli di attualità prodotti dalle cento principali testate d'informazione on line. Il 55% delle condivisioni sui social network è relativo ad articoli pubblicati sui siti web dei quotidiani cartacei. Secondo il rapporto, poco meno della metà della popolazione connessa a internet produce la domanda d'informazione che si riversa on line ogni giorno: 12,2 milioni di persone attraverso il web e 4,7 milioni dalle app cercano le informazioni. Tra questi utenti, solo il 17,6% legge abitualmente i quotidiani in formato cartaceo. Le persone che hanno fatto esperienza di lettura dell'informazione di attualità sia su carta che su web e app mostrano una decisa preferenza per i prodotti digitali rispetto alla carta. Di fronte alla possibilità di scegliere su quale canale leggere le notizie, la scelta va infatti nel 75% dei casi all'on line e solo nel 16,2% dei casi al supporto cartaceo. Il web prevale sulle app ed è in crescita rispetto al confronto con lo stesso dato di due anni fa mentre la quota di preferenza verso la carta rispetto al formato digitale rimane costante, intorno a una persona su sei. Analizzando in assoluto i mezzi di informazione, è la televisione a confermare il proprio ruolo dominante: quasi metà delle persone ricorda di aver appreso una notizia rilevante da questo mezzo. La variazione più significativa riguarda Facebook, con un forte incremento negli ultimi 4 anni, che raggiunge il 12,5%: il social da solo mostra di avere una capacità informativa paragonabile a quella di tutto il sistema dei quotidiani on line, stabile al 13,4% da quattro anni. Un altro elemento significativo descritto nel rapporto riguarda la nuova dinamica di distribuzione dell'informazione trasformata dall'on line e dai social network. La vita della singola notizia non termina con la vita del quotidiano: una volta pubblicata sul web, la notizia è libera di diffondersi al di fuori del suo contenitore originario che può essere la carta, la radio o la televisione. Con la diffusione dei social network e degli smartphone la condivisione è diventata infatti un fenomeno di massa e ha trasformato l'incontro con l'informazione in un evento spesso casuale, che avviene mentre si svolgono altre attività e si seguono altri interessi, a conferma di come gli utenti siano sempre più multitasking. I fruitori dei servizi on line sono esposti a un continuo sottofondo e spesso questo processo non avviene più con la mediazione di una testata ma direttamente con l'articolo, del quale si può anche non conoscere con precisione l'autore, la fonte, la data di pubblicazione e, ovviamente, l'affidabilità. Gli utenti on line, afferma il rapporto, hanno quindi cambiato il proprio comportamento, grazie a una modalità di partecipazione più attiva e più critica, molto diversa rispetto a quello precedente. È diventata decisiva l'espressione del proprio modo di leggere la realtà: si condivide sui social network per dare voce alla propria opinione su un tema o per enfatizzare un tema a cui si è particolarmente legati. Tra i quattro social network più utilizzati nella condivisione dell'informazione on line la quota principale è di Facebook con il 96%. Lo spazio che rimane è quasi tutto di Twitter e solo qualche punto decimale è riservato a Google+ (in calo) e a LinkedIn (in crescita). Il rapporto ha anche messo in luce il tema dei costi e le differenze strutturali tra l'editoria tradizionale e quella on line. Tra il 2007 e il 2010 si è verificato il fenomeno che ha visto la nascita di un significativo numero di editori puri digitali, alcuni dei quali si sono rivelati dei casi di successo negli anni successivi e oggi sono a pieno titolo compresi nell'insieme delle venti maggiori testate d'informazione on line. L'emergere di questi soggetti ha mostrato come sia possibile costruire un prodotto d'informazione digitale caratterizzato da costi di struttura e servizi molto più contenuti di quelli delle testate di origine tradizionale. Mentre gli editori tradizionali hanno reagito alla crisi ponendosi il problema di come supplire al calo dei ricavi con diverse soluzioni, non sempre legate alla mission editoriale, i nuovi editori digitali hanno configurato un sistema di produzione più snello, più efficiente e senza il peso dell'eredità dell'epoca cartacea, in particolare il peso del costo del personale. Considerando le voci di produzione, di distribuzione e di redazione, si trova che il costo necessario per servire il bisogno informativo di un lettore cartaceo (costo di lettura di un quotidiano cartaceo) è otto volte superiore al costo che un editore on line deve prevedere per offrire la visita al proprio sito web d'informazione da un lettore digitale. Se si limita il ragionamento al solo mezzo digitale si nota che gli editori tradizionali che offrono informazione sul web operano a un costo per visita più che doppio rispetto ai nuovi editori puramente digitali. "L'obiettivo di questa ricerca è stato quello di comprendere le nuove dinamiche dell'informazione per rendere il flusso di comunicazione più efficace", ha commentato Gianfranco Mazzone, managing director di Burson Marsteller Italia. "Abbiamo infatti voluto analizzare il cambiamento della fruizione dell'informazione, di cui possiamo offrire una lettura grazie al nostro privilegiato punto di vista. Sempre più il digitale occupa uno spazio importante nelle vite di tutti noi ed è diventato sempre più strategico avere un approccio che tenga conto dei cambiamenti. Newsruption ha confermato come il digitale stia influenzando il sistema editoriale, ma soprattutto, ha evidenziato come gli utenti siano pronti a seguire il cambiamento culturale, e come dimostra il fenomeno delle condivisioni, vogliano essere sempre più attori in prima persona nel viverlo", ha concluso Mazzone. Mentre per Giacomo Fusina, country manager di Human Highway "per capire quanto l'on line abbia trasformato il nostro rapporto con l'informazione basta pensare ai riti quotidiani che eravamo soliti seguire dieci anni fa: il percorso del mattino passava dall'edicola, il tempo della lettura era ben ritagliato nel corso della giornata e la nostra domanda d'informazione si dirigeva verso i soggetti di cui ci fidavamo. Dieci anni fa cercavamo noi le notizie, oggi sono loro a trovarci: ci inseguono, ci precedono sul monitor del nostro smartphone, compaiono dietro ogni angolo della giornata e ci tengono aggiornati a nostra insaputa. A fine giornata - conclude Fusina - ci accorgiamo di essere stati informati da un nuovo 'sistema dell'informazione', un flusso pervasivo e continuo, alimentato anche dalle relazioni che abbiamo costruito sui social network".

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